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La distorsione di caviglia è la lesione di più frequente riscontro in soggetti che praticano sport che includono la corsa e il salto.

Nella maggior parte dei casi un trattamento conservativo e riabilitativo garantiscono una guarigione senza esiti, tuttavia in circa il 25% dei pazienti possono rimanere sintomi a seguito di un trauma distorsivo di tibiotarsica.

La sindrome da impingement anteriore di caviglia  è una patologia invalidante caratterizzata da dolore cronico, tumefazione, episodi di instabilità e limitazione funzionale che comporta una riduzione dell’ attività sportiva e difficoltà nei comuni atti della vita quotidiana.

Il trattamento artroscopico di tale lesione consente di porre diagnosi di certezza e un trattamento mirato delle cause di dolore cronico della TT.

Negli anni Settanta cominciò ad affermarsi l’artroscopia di ginocchio.
Solo negli ultimi 10 anni invece ha cominciato a divenire metodica comunemente accettata l’artroscopia di caviglia.

Tale procedura è condotta con un artroscopio a 30° delle stesse dimensioni di quello usato per il ginocchio; nella mia esperienza non è necessario l’uso di un artroscopio più piccolo.
La distrazione artroscopica che non sempre è necessaria può essere praticata con una fissazione esterna temporanea ma io preferisco usare un sistema di distrazione risterilizzabile non-invasivo messo a punto da colleghi Olandesi.

Il paziente in anestesia generale, spinale o loco regionale, viene posto in decubito supino; l’arto viene posizionato su un apparecchio di sostegno per la coscia ed il laccio pneumoischemico posizionato alla radice dell’arto. I reperi anatomici vengono palpati e marcati con una dermografica.

L’artroscopia di caviglia ha diverse indicazioni:

  1. Impingement di caviglia  distinto in fibroso (tessuti molli) o osseo (osteofiti)
  2. Lesioni legamentose acute
  3. Osteocondrite dissecante
  4. Corpi mobili
  5. Condromalacia
  6. Malattia di Haglund
  7. Malattie reumatologiche
  8. Artrite settica
  9. Condizioni post-traumatiche

L’impingement fibroso anteriore è la conseguenza di ripetuti traumi distorsivi con lesioni parziali dei legamenti peroneo-astragalico anteriore e tibio-peroneale antero-inferiore che portano ad un’infiammazione cronica con intensa reazione sinoviale. Il conflitto di questi tessuti molli con l’articolazione tibio-astragalo-peroneale crea un ciclo di irritazione, dolore e infiammazione. Il trattamento artroscopico consiste nell’asportazione del tessuto fibroso e sinoviale con uno strumento motorizzato tipo full radius. Utile anche per controllare il sanguinamento l’uso di uno strumento a radiofrequenze (VAPR).

Qualora sia associata una lassità legamentosa cronica si può effettuare uno shrinkage con VAPR ossia un ritensionamento legamentoso.

L’impingement osseo anteriore è causato da un osteofita anteriore della tibia che si proietta nell’articolazione tibiotarsica  e di solito è frequente in soggetti che praticano sport ad elevate richieste funzionali per la caviglia. Il paziente riferisce dolore con associata limitazione funzionale, articolare e tumefazione.

Il trattamento artroscopico consiste nell’asportazione degli osteofiti con strumenti motorizzati.

Nel periodo post-operatorio sono sicuramente raccomandabili – riposo – ghiaccio – compressione – elevazione della gamba per abbreviare al minimo il tempo del recupero.
L’uso delle stampelle varia a seconda della tipologia di intervento eseguita ed è mediamente di 7-10 giorni.