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Le cisti poplitee devono il loro nome a Willliam Morrant Baker (chirurgo della seconda metà dell’800) che si occupò delle cisti, specie quelle della regione del poplite.

Attualmente riteniamo che le cisti di Baker siano dovute ad una estroflessione anomala della borsa del gastrocnemio-semimembranoso oppure, in misura minore, ad una estroflessione della membrana sinoviale articolare.

In quest’ultimo caso, se è presente versamento articolare, aumenta la pressione all’interno della cavità, così che il liquido può infiltrarsi nella borsa con un meccanismo a valvola che consente il solo passaggio del liquido verso la cisti e non il contrario.

Quasi sempre la cisti è secondaria ad altre patologie del ginocchio.

Solitamente le cisti poplitee si sviluppano in senso caudale e medialmente, mentre non capita quasi mai che si distendano in alto verso la coscia.

Nel bambino si manifesta come una massa non dolente e di dimensioni modeste. Colpisce prevalentemente bimbi tra i 4 e 15 anni.

Di solito è asintomatica, ma può causare fastidio e limitazione del movimento.

La diagnosi si basa sull’esame clinico e su uno studio ecografico o con RMN. Se allo studio RMN non si riscontra la presenza di una sottostante lesione articolare non deve esserci alcun trattamento chirurgico, dal momento che il 70% delle cisti scompare spontaneamente nell’arco di mesi o anni.

Il trattamento chirurgico è da riservarsi quando, a causa delle dimensioni della cisti, si ha una compressione delle strutture vascolo-nervose del cavo popliteo. Importante informare i genitori sulla alta tendenza alla recidiva circa il 30% dei casi.

Sintomi: assai spesso è asintomatica; se le dimensioni sono tali da comprimere il fascio vascolo-nervoso allora si può avere una sensazione di pesantezza riferita alla zona posteriore del ginocchio fino ad arrivare ad una mancanza di sensibilità della gamba e ad una forte riduzione dell’articolarità.

Diagnosi: a volte è possibile apprezzare una tumefazione in regione poplitea (specie in piedi), quindi sia l’ecografia che la RMN confermeranno la diagnosi.

Complicanze: tra le possibili complicanze vi è la rottura della cisti, che se di dimensioni cospicue, può determinare una sintomatologia di compressione vascolare simile a quella della tromboflebite acuta.

Terapia: nel caso in cui l’origine della cisti è traumatica la somministrazione di farmaci antinfiammatori per bocca e l’associazione di terapie quali la jonoforesi può portare a guarigione.

Nel caso in cui la rottura del menisco sia la causa della cisti, una semplice artroscopia può risolvere il problema.

A volte può essere tentato lo svuotamento della cisti con ago e l’infiltrazione al suo interno di piccole dosi di cortisone, ma assai spesso si assiste a recidiva.

Quando le dimensioni della cisti sono cospicue si passa all’intervento di chirurgia tradizionale, che richiede sempre molta attenzione per la vicinanza alle strutture vascolo-nervose. Va segnalata la possibilità di recidiva della formazione cistica.