Dr. FABIO BERTAIOLA per info e prenotazioni: Tel. 0381.83434
Per visite urgenti: Tel. 334.3023362 (orario: 9.30-19.00)

La perdita di contatto tra la testa dell’omero che ruota traumaticamente verso l’esterno e la parte terminale della scapola, chiamata glena, genera la cosiddetta lussazione di spalla.

Se la testa omerale scivola solo parzialmente al di fuori tornando poi spontaneamente al suo posto allora si è verificata una “sub lussazione”.

La lussazione di spalla si verifica con maggiore frequenza nei giovani fisicamente attivi, generalmente al di sotto dei 30 anni.

Persone che nascono con spalle “lasse” (cioè spontaneamente instabili) sono soggette con una maggiore frequenza a sub lussazioni o lussazioni anche senza traumi significativi.

I traumi che causano una lussazione si verificano di solito con il braccio all’altezza od al di sopra della spalla, come nella posizione che si assume per lanciare un sasso o la palla nel baseball, cioè in posizioni in cui sul braccio si applicano forze che lo spingono violentemente all’indietro.

Durante la lussazione anteriore, nei soggetti giovani,  la testa omerale solitamente danneggia il punto di inserzione del legamento che stabilizza la testa omerale chiamato “labbro glenoideo” e la conseguente lesione è chiamata lesione di Bankart. .

Quando il labbro glenoideo viene staccato dall’osso, tende a tornare in posizione ed a cicatrizzare sull’osso spontaneamente, ma talora in posizione non corretta.

Quando la lussazione accade in persone oltre i 30 anni il trauma generalmente colpisce il “legamento” invece che il labbro e anche in questi soggetti si assiste ad una spontanea cicatrizzazione con semplici misure terapeutiche di tipo conservativo.

Bisogna aggiungere che durante una lussazione le enormi forze che spostano la testa omerale di fuori dalla sua sede fanno si che essa, nella sua parte posteriore, entri in violento contatto con il margine osseo anteriore della glena causando molto di frequente una deformazione della testa omerale (lesione di Hill Sachs). Anche il margine anteriore della glena può essere fratturato in questo tipo di trauma (lesione di Bankart ossea).

Lesione di Bankart
Lesione di Hill Sachs

Qual è il trattamento per una lussazione?

Quando la spalla lussa per la prima volta è opportuno provvedere a riposizionare la testa omerale nella sua sede il più rapidamente possibile per evitare il danneggiamento di nervi e di strutture ossee e quindi di mantenere un tutore per 20 giorni.

Ad ogni ulteriore lussazione aumenta la probabilità che vengano irrimediabilmente danneggiate le superfici articolari , le strutture ossee e legamentose e il rischio di lussazioni recidivanti per traumi di entità sempre inferiore.

Il corretto trattamento di spalle affette da condizioni d’instabilità cronica è rappresentato da un intervento chirurgico con il quale si provvede a far cicatrizzare nuovamente il legamento distaccato in quella che è la sua fisiologica sede sull’osso.

Questo tipo d’intervento è generalmente indispensabile nei giovani al di sotto dei 25-30 anni (nei quali altrimenti si hanno nuove lussazioni nel 90% dei casi). In persone oltre tale età è forse più opportuno tentare prima di stabilizzare la spalla con un periodo di riposo seguito da fisioterapia. Una seconda lussazione rappresenta una chiara indicazione per un intervento chirurgico di riparazione.

Come viene effettuato l’intervento?

La riparazione chirurgica del legamento distaccato può essere effettuata nella maggior parte dei casi per via artroscopica.  Potendo osservare per via artroscopica il legamento distaccato, il chirurgo può generalmente provvedere a fissare nuovamente il legamento all’osso utilizzando dei fili di sutura (eventualmente delle microscopiche ancorette metalliche inserite nell’osso).

Nei casi in cui i legamenti si siano staccati dalle loro sedi in maniera ampia e grave o siano molto allungati allora si può rendere necessario un intervento di chirurgia aperta. Attraverso un’incisione di 5-7 centimetri effettuata sulla cute, il chirurgo può accedere all’articolazione e il legamento è riposizionato utilizzando gli stessi fili di sutura e le stesse ancorette utilizzate nell’intervento per via artroscopica.

Vantaggi di una riparazione artroscopica: sono praticamente assenza di cicatrici, modestissimo dolore, ridottissimi tempi di ricovero, ritorno ad una maggiore ampiezza del movimento dell’arto, minimi rischi d’infezione.

Con il migliorare della tecnica artroscopica la maggior parte dei chirurghi ritiene oramai che gli ottimi risultati ottenibili con l’intervento aperto (95% dei casi) possano oramai essere ottenuti anche per via artroscopica.

Trattamento post-operatorio: in ambedue i casi, artroscopico o per via aperta, il trattamento post operatorio precoce è il medesimo cioè l’immobilizzazione della spalla per 25 giorni con un tutore. Immediatamente dopo l’intervento vengono però iniziati esercizi per la mobilizzazione della mano, polso e gomito.

Alla 3° settimana viene rimosso il tutore e vengono iniziati esercizi di mobilizzazione passiva e di “pendolo”.

Dopo 4-5 settimane possono essere iniziati esercizi in piscina. Alla 6° settimana inizia la mobilizzazione attiva con esercizi di leggera tonificazione muscolare.

Al 4° mese sono possibili tutte le attività fisiche desiderate.

Cosa accade se la spalla tende a diventare ancora instabile?

Qualora i tessuti trattati per via artroscopica vengano nuovamente danneggiati e la spalla torni ad essere lassa ed instabile si rende necessario effettuare un intervento per via aperta per accorciare muscoli, tendini e legamenti.

In questo caso la rotazione esterna e l’elevazione del braccio potranno risultare però ridotte.