E’ una patologia caratterizzata dalla formazione di un osteofita (piccolo ossicino) localizzato a livello della superficie inferiore del calcagno, generalmente a livello mediale dove origina la fascia plantare.
Questa “spina ossea” si sviluppa per le ripetute trazioni e sollecitazioni dell’aponeurosi plantare sul periostio del calcagno: la persistente infiammazione dell’inserzione tendinea al tallone (entesopatia) che ne consegue, provoca la formazione di un deposito di sali di calcio che progressivamente aumenta dimensionalmente.
Il quadro clinico è caratterizzato dalla comparsa di dolore, talora anche acuto, dovuto allo sfregamento dell’osteofita sulla fascia plantare. Tale dolore è tipicamente presente al carico e scompare con il riposo.
FATTORI PREDISPONENTI
Sovrappeso: il piede è la parte del corpo dove viene scaricato tutto il peso, quindi tutti i tessuti sono molto sollecitati dalla forza peso. Questa è la ragione per cui i soggetti obesi sono più colpiti da questa patologia.
Piede piatto: ossia spesso il piattismo unitamente alla deviazione in valgismo del retropiede concentra il carico in questa area favorendo l’infiammazione locale e la successiva formazione della spina calcaneare.
Fattori favorenti sono le attività atletiche intense, i traumatismi e/o microtraumatismi ripetuti e l’uso prolungato di calzature non adatte e/o scarpe antiinfortunistiche.
Talora problemi del metabolismo dell’acido urico possono favorire il formarsi della spina calcaneare.
La spina calcaneare si sviluppa di solito molto lentamente nel tempo.
Talora può associarsi una lieve tumefazione locale causata dal persistente stato infiammatorio provocato dallo sfregamento con le strutture circostanti e il paziente può riferire una sensazione di tensione locale.
La DIAGNOSI è posta con un semplice esame radiografico specie nella proiezione laterale; talora esami quali ecografia e RMN servono per dimostrare la presenza di un sovrapposto stato infiammatorio dei tessuti circostanti.
TERAPIA
– Riposo e sospensione delle attività fisiche sportive che prevedano sollecitazioni locali
– Ghiaccio locale
– Plantare morbido con scarico calcaneare
– Fisioterapia (Laser terapia, Onde d’urto, Tecarterapia))
– Antinfiammatori (locali e sistemici)
Nel caso di persistenza dei sintomi può rendersi necessaria l’esecuzione di 1 o 2 infiltrazioni con cortisonico + anestetico praticate a circa 1 mese di distanza l’una dall’altra.
Quando le dimensioni dello sperone calcaneare sono rilevanti e la FKT e i farmaci non risolvono il dolore, si procede chirurgicamente asportando la spina calcaneare.